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Lavori di studenti

TÖLG-MOLNÁR ZOLTÁN

(lavoro realizzato da Roberto Bellocchi,

Patrizia Dal Zotto e Laura Sgariotto)

 
     
         
   

Tölg-Molnár considera sostanzialmente un pittore, ma crea anche opere plastiche.

   
         
   

È stato fortemente e a lungo influenzato dalla sua esperienza italiana, esperienza che è riuscito a integrare nel suo precedente background artistico.

   
         
   

Ha conosciuto l'arte italiana in brevi viaggi e durante i suoi studi e più tardi correndo da un museo all'altro durante una visita turistica in Italia. Ma ha trascorso anche lunghi periodi di tempo a Siena e a Roma; l'esperienza romana è senza dubbio, come lui stesso afferma, la più significativa. Infatti sebbene abbia scoperto Roma abbastanza tardi, l'artista sente che può trarre beneficio da questa sua esperienza italiana in modo molto proficuo, in quanto gli permette di estendere i suoi propositi e motivi.

   
   

 

   
   

Nel 1995 si è recato a Roma grazie ad una borsa di studio ottenuta dall'Accademia d'Ungheria. Soggiornava a Villa Giulia, ma, non avendo un suo studio, camminava in giro per la città e nei dintorni tutto il giorno. Ha pure visitato alcuni luoghi etruschi, come Cerveteri e Volterra. Avvertiva il forte impatto che la Città Eterna aveva su di lui, era attratto e affascinato da tutto ciò che vedeva attorno a se'.

   
         
   

Durante la sua caccia - come lui stesso chiama il suo girovagare per la città - l'artista ha raccolto motivi del passato e del presente della metropoli, dettagli del pavimento in pietra, battagli delle porte e anelli per l'attracco del porto, graffiti e incisioni sui muri degli argini del Tevere, le primitive piccole immagini delle più modeste croci del primo cristianesimo, frammenti di iscrizioni: piccoli segni del quotidiano e impronte del tempo. Ma da tutto ciò, oggetti e segni che la scelta personale dell'artista ha sottratto dal trascorrere del tempo, Tölg-Molnár ha portato via solo quattro lettere: SPQR. SPQR è il marchio della città, leggibile tanto sui basamenti dei monumenti antichi quanto sui tombini delle fognature e sugli autobus. L'acronimo SPQR si distacca dai molti altri motivi: le sue belle lettere romane disegnate geometricamente sono, allo stesso tempo, emblemi estetici e concettuali della comunità storica della Città Eterna, è l'elemento che meglio caratterizza Roma.

 

   
   

L'artista prendeva l'impronta di queste quattro lettere dove poteva, in qualsiasi luogo gli fosse possibile, per esempio nei cimiteri, nei cortili dei musei e dai basamenti dei monumenti, utilizzando un materiale plastico molto leggero che non danneggia i monumenti. Ancora a Roma Tölg-Molnár eseguiva poi da questi suoi negativi dei calchi in gesso che utilizzava per creare lo stampo in carta, cioè l'opera d'arte finale.

   
         
   

I rilievi delle "pietre di carta" romane venivano creati con una sorta di magico processo alchemico, attraverso l'impiego di diverse tecniche e materiali. Nei frammenti di muro - o intonaco - la carta, che è materiale effimero, leggero, sottile e ancora sensibile trasmette la freddezza, la durezza e la tranquillità del marmo eterno, l'essenza di Roma. Tölg-Molnár ama lavorare con la carta, usandola come materiale grezzo.

  Gli oggetti realizzati con la pasta di carta sembrano essere monumenti fatti di pietre e marmo, e per chi le guarda diventa difficile rendersi conto che sono fatti di materiale fragile. L'artista è attratto dalla fragilità, ama i materiali semplici della vita di ogni giorno e vuole semplicemente imitare la natura.

 

   
         
   

In alcune sue opere utilizza la pietra sbriciolata, dipinta di nero e applicata alla carta, che conferisce un effetto simile all'asfalto. Egli afferma che negli ultimi dieci anni della sua attività è diventato una specie di pittore "in bianco e nero". Per lui il nero è una sfumatura colorata, non rappresenta l'oscurità, la tristezza, il ritiro, ma piuttosto la serietà, l'austerità, la saggezza, la conoscenza che viene dalle esperienze storiche. Se potesse caratterizzare Roma per mezzo di un'unica sfumatura, sceglierebbe i toni scuri.

   
         
   

Il periodo più lungo che ha speso in Italia è stato un soggiorno a Siena, dove è rimasto affascinato dalle fasce di marmo nero della cattedrale. Sebbene questa influenza non sia percepibile nelle opere del 1996, di poco successive a tale suggestione, l'artista sente di aver già trasferito nelle sue creazioni la serenità, il piacere della vita, il relativo ordine e la pace di Siena. Comunque le sue ultime opere del 2000 mostrano l'ispirazione che ha avuto origine dalla vista delle tarsie marmoree di Siena.

   
         
© Universitą degli Studi di Padova - Centro Linguistico di Ateneo
progetto: Edit Rózsavölgyi,
realizzazione grafica: Katia Carraro e Erik Castello
 

Roma e l'Italia hanno allargato i suoi orizzonti, si sente di essere in grado di guardare oltre. Tölg-Molnár è diventato più semplice avendo cambiato la sua dimensione che è diventata un problema di valori, nel senso di acquistare un più alto grado di maturità. Girovagando per Roma sentiva di avere una specie di legame intimo con gli spazi della città, aveva un dialogo con le strade e le piazze. Aveva la tendenza a fissare il passare del tempo e la frammentarietà del materiale, tendenza che diventa una questione di contenuti, e non semplicemente una configurazione formale. Dal suo punto di vista Roma è il luogo ideale per prendere ispirazione.
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