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Tölg-Molnár
considera sostanzialmente un pittore, ma crea anche opere plastiche.
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È
stato fortemente e a lungo influenzato dalla sua esperienza italiana,
esperienza che è riuscito a integrare nel suo precedente background
artistico.
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Ha
conosciuto l'arte italiana in brevi viaggi e durante i suoi studi e
più tardi correndo da un museo all'altro durante una visita turistica
in Italia. Ma ha trascorso anche lunghi periodi di tempo a Siena e a
Roma; l'esperienza romana è senza dubbio, come lui stesso afferma,
la più significativa. Infatti sebbene abbia scoperto Roma abbastanza
tardi, l'artista sente che può trarre beneficio da questa sua
esperienza italiana in modo molto proficuo, in quanto gli permette di
estendere i suoi propositi e motivi.
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Nel
1995 si è recato a Roma grazie ad una borsa di studio ottenuta
dall'Accademia d'Ungheria. Soggiornava a Villa Giulia, ma, non avendo
un suo studio, camminava in giro per la città e nei dintorni
tutto il giorno. Ha pure visitato alcuni luoghi etruschi, come Cerveteri
e Volterra. Avvertiva il forte impatto che la Città Eterna aveva
su di lui, era attratto e affascinato da tutto ciò che vedeva
attorno a se'.
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Durante
la sua caccia - come lui stesso chiama il suo girovagare per la città
- l'artista ha raccolto motivi del passato e del presente della metropoli,
dettagli del pavimento in pietra, battagli delle porte e anelli per
l'attracco del porto, graffiti e incisioni sui muri degli argini del
Tevere, le primitive piccole immagini delle più modeste croci
del primo cristianesimo, frammenti di iscrizioni: piccoli segni del
quotidiano e impronte del tempo. Ma da tutto ciò, oggetti e segni
che la scelta personale dell'artista ha sottratto dal trascorrere del
tempo, Tölg-Molnár ha portato via solo quattro lettere:
SPQR. SPQR è il marchio della città, leggibile tanto sui
basamenti dei monumenti antichi quanto sui tombini delle fognature e
sugli autobus. L'acronimo SPQR si distacca dai molti altri motivi: le
sue belle lettere romane disegnate geometricamente sono, allo stesso
tempo, emblemi estetici e concettuali della comunità storica
della Città Eterna, è l'elemento che meglio caratterizza
Roma.
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L'artista
prendeva l'impronta di queste quattro lettere dove poteva, in qualsiasi
luogo gli fosse possibile, per esempio nei cimiteri, nei cortili dei
musei e dai basamenti dei monumenti, utilizzando un materiale plastico
molto leggero che non danneggia i monumenti. Ancora a Roma Tölg-Molnár
eseguiva poi da questi suoi negativi dei calchi in gesso che utilizzava
per creare lo stampo in carta, cioè l'opera d'arte finale.
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I
rilievi delle "pietre di carta" romane venivano creati con
una sorta di magico processo alchemico, attraverso l'impiego di diverse
tecniche e materiali. Nei frammenti di muro - o intonaco - la carta,
che è materiale effimero, leggero, sottile e ancora sensibile
trasmette la freddezza, la durezza e la tranquillità del marmo
eterno, l'essenza di Roma. Tölg-Molnár ama lavorare con
la carta, usandola come materiale grezzo.
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Gli
oggetti realizzati con la pasta di carta sembrano essere monumenti
fatti di pietre e marmo, e per chi le guarda diventa difficile rendersi
conto che sono fatti di materiale fragile. L'artista è attratto
dalla fragilità, ama i materiali semplici della vita di ogni
giorno e vuole semplicemente imitare la natura. |
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In
alcune sue opere utilizza la pietra sbriciolata, dipinta di nero e applicata
alla carta, che conferisce un effetto simile all'asfalto. Egli afferma
che negli ultimi dieci anni della sua attività è diventato
una specie di pittore "in bianco e nero". Per lui il nero
è una sfumatura colorata, non rappresenta l'oscurità,
la tristezza, il ritiro, ma piuttosto la serietà, l'austerità,
la saggezza, la conoscenza che viene dalle esperienze storiche. Se potesse
caratterizzare Roma per mezzo di un'unica sfumatura, sceglierebbe i
toni scuri.
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Il
periodo più lungo che ha speso in Italia è stato un soggiorno
a Siena, dove è rimasto affascinato dalle fasce di marmo nero
della cattedrale. Sebbene questa influenza non sia percepibile nelle
opere del 1996, di poco successive a tale suggestione, l'artista sente
di aver già trasferito nelle sue creazioni la serenità,
il piacere della vita, il relativo ordine e la pace di Siena. Comunque
le sue ultime opere del 2000 mostrano l'ispirazione che ha avuto origine
dalla vista delle tarsie marmoree di Siena.
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©
Universitą degli Studi di Padova - Centro Linguistico di Ateneo
progetto: Edit Rózsavölgyi,
realizzazione grafica: Katia Carraro e Erik Castello |
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Roma
e l'Italia hanno allargato i suoi orizzonti, si sente di essere in grado
di guardare oltre. Tölg-Molnár è diventato più
semplice avendo cambiato la sua dimensione che è diventata un
problema di valori, nel senso di acquistare un più alto grado
di maturità. Girovagando per Roma sentiva di avere una specie
di legame intimo con gli spazi della città, aveva un dialogo
con le strade e le piazze. Aveva la tendenza a fissare il passare del
tempo e la frammentarietà del materiale, tendenza che diventa
una questione di contenuti, e non semplicemente una configurazione formale.
Dal suo punto di vista Roma è il luogo ideale per prendere ispirazione.
Ritorna spesso in Italia, dove si sente a casa
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