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Gulyás
iniziò negli anni Sessanta come autodidatta; non ha passato tutte
le tappe di una educazione accademica, non avendo frequentato né
una scuola secondaria d'arte, né l'Accademia: ha frequentato
soltanto circoli artistici. Gulyás è entrato in contatto
con tutte le personalità più importanti della cerchia
accademica. Fece la conoscenza, tra gli altri, di Tibor Vilt, che divenne
il suo maestro.
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Negli
anni Settanta Gulyás era uno dei pochi ungheresi rappresentativi
dell'Arte Concettuale in scultura. La fase successiva del suo percorso
artistico fu la fase geometrica, caratterizzata dalla brillante composizione
di forme geometriche, che lo rese uno dei più interessanti scultori
ungheresi di quegli anni.
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Agli
inizi degli anni Ottanta un nuovo tema scultoreo attirò la sua
attenzione: il ritratto. Creò ritratti di gesso e metallo, soprattutto
di artisti - come Marilyn Monroe, Alfred Hitchcock, Andy Warhol - e
partendo non dai modelli in carne e ossa, ma da fotografie.
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Agli
inizi degli anni Novanta Marilyn Monroe divenne il soggetto di una serie
di sculture, rilievi, disegni e installazioni. Negli gli anni successivi
due viaggi a Roma hanno avuto un grande impatto su Gulyás. Ha
iniziato a creare pitture, disegni colorati, e si evolve dallo stile
geometrico, di Pop Art, verso uno strano modo di rappresentazione simile
all'Art Deco. Sui disegni appaiono cerchi, quadrati, onde, la struttura
geometrica si allenta e la composizione viene completata con figure
umane.
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La
serie Ostia Antica, realizzata a partire dal 1994, consiste in disegni
e sculture. Con un insieme di forme base - lanterna, vento, sole, alcune
forme geometriche arcaizzanti - Gulyás intende evocare Ostia,
il porto dell'antica Roma, che ora è distante chilometri dal
mare. Gulyás si recava sulla sabbia della costa, scavava fantastiche
conchiglie, faceva esperienza del vento, ammirava le ragazze con i capelli
fluttuanti e raccoglieva insieme le idee e i principali motivi delle
sue opere.
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©
Universitą degli Studi di Padova - Centro Linguistico di Ateneo
progetto: Edit Rózsavölgyi,
realizzazione grafica: Katia Carraro e Erik Castello |
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I
viaggi a Roma hanno reso l'arte di Gulyás più giocosa
e l'hanno arricchita con pittura in aggiunta all'opera plastica. Il
mondo geometrico diviene frivolo, ma nello stesso tempo mantiene quegli
elementi strutturali che lo hanno caratterizzato da principio.
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