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No
me gusta de mi país |
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No
me gusta de mi país |
Del
mio paese non mi piace |
No
me gusta de mi país que, desde el nacionalismo
de algunos vascos, y a espaldas de la historia,
se haya contrapuesto el ser vasco con el ser español
y que esta contraposición se haya querido imponer
a todos los vascos. Me resulta empobrecedor limitar
la identidad personal a ser vasco o a ser español.
La riqueza de una persona radica en las identidades compartidas.
Yo soy, a distinto nivel de proximidad, donostiarra, guipuzcoano,
vasco, español y europeo. ¿Cómo voy
a renunciar, en aras de mi ser vasco, a mi identidad donostiarra,
cuando mis recuerdos de infancia, mis enamoramientos de
adolescente, mi arraigo familiar, han tenido lugar en
esta ciudad, o a mi identidad española, cuando
mis referencias culturales, sociales y lingüísticas
son comunes, en buena medida, a las del resto de los españoles?
Esa contraposición entre ser vasco y ser español
me parece falsa. El nacionalismo me recuerda en esto a
la canción de Machín: No se puede querer
a dos mujeres a la vez. Sé que no es fácil
la integración de identidades múltiples.
En otros lugares (Quebec, Flandes, Escocia) hay también
problemas de identidad nacional, pero allí no se
mata a los disidentes ni se extorsiona a los empresarios.
Sueño con una convivencia respetuosa entre los
vascos. No se puede recuperar la concordia si no hay una
divisoria clara entre los demócratas y los violentos.
Los conflictos políticos se dirimen en los Parlamentos.
La política actual en el País Vasco es demasiado
importante como para dejarla sólo en manos de los
políticos. Es una tarea de todos, como padres,
educadores o profesionales, implicarse activamente con
una cultura de la paz y de una convivencia respetuosa.
Ésta es nuestra responsabilidad. |
Del
mio paese non mi piace che, partendo dal nazionalismo
di alcuni baschi e girando le spalle alla storia, si sia
contrapposto l'essere basco all'essere spagnolo
e che questa contrapposizione si sia voluta imporre a
tutti i baschi. Secondo me impoverisce il fatto di limitare
l'identità personale all'essere basco o all'essere
spagnolo. La ricchezza di una persona ha le sue radici
nelle identità condivise . Io sono, a diversi livelli
di distanza, donostiano, ghipuscoano, basco, spagnolo
ed europeo. Come posso rinunciare, in onore al fatto di
essere basco, alla mia identità donostiana, quando
i miei ricordi d'infanzia, i miei innamoramenti di adolescente,
il radicamento della mia famiglia sono avvenuti in questa
città, o come posso rinunciare alla mia identità
spagnola quando i miei riferimenti culturali, sociali
e linguistici sono comuni, in buona parte, a quelli del
resto degli spagnoli? Questa contrapposizione fra l'essere
basco e l'essere spagnolo mi sembra falsa. Il nazionalismo
mi ricorda in questo una canzone di Machín
"Non si può amare due donne contemporaneamente".
So che non è facile l'integrazione d'identità
multiple. Anche in altri luoghi (Quebec, Fiandre, Scozia)
ci sono problemi d'identità nazionale, ma lì
non si uccidono i dissidenti né si estorcono gli
imprenditori.Sogno una convivenza rispettosa fra i baschi.Non
si può recuperare la concordia se non c'è
una divisione chiara fra i democratici e i violenti. I
conflitti politici si risolvono nei parlamenti. La politica
attuale nelle Province Basche è troppo importante
per essere lasciata solamente nelle mani dei politici.
E' un compito di tutti, come padri, educatori e professionisti,
impegnarsi attivamente in una cultura di pace e in una
convivenza rispettosa. La nostra responsabilità
è questa. Ai pacifisti, come disse Blas de Otero,
resta la parola. Cerchiamo di esercitarla con il dialogo
nella nostra occupazione quotidiana e siamo più
tolleranti, tranne che con l'intolleranza. |
He
llegado al final de mis sueños de hoy. Créanme
que, a pesar de todo, soy optimista. No se debe ser de
otra manera. Como esas hierbas que crecen entre los resquicios
de las baldosas en algunos paseos, la libertad no se puede
asfixiar por mucho tiempo. El optimismo genera ilusión,
y sólo con ilusión se siente uno con energía
suficiente para asumir, cada uno en su nivel de responsabilidad,
el reto de buscar la salida en el laberinto vasco. Las
víctimas del terror se lo merecen. Es lo menos
que podemos hacer por ellas. |
Sono
giunto alla fine dei miei sogni di oggi. Credetemi che,
nonostante tutto, sono ottimista. Non si può
essere in altro modo. Come quelle erbe che crescono fra
le fessure delle pietre in alcuni camminamenti,
la libertà non si può soffocare per molto.
L'ottimismo genera illusione e solo con l'illusione ci
si sente con l'energia sufficiente ad assumere, ognuno
nel suo livello di responsabilità, la sfida di
cercare l'uscita nel labirinto basco. Lo meritano le vittime
del terrore. E' il meno che possiamo fare per loro.
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ENRIQUE
ECHEBUREA: Mi sueño de un País Vasco en paz
El País, 11 de mayo de 2001
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